Sequela e povertà costituiscono una di quelle pagine della Bibbia che nella storia della Chiesa hanno lasciato un solco profondo. Francesco e i suoi trovano nella Bibbia la risposta ai loro interrogativi: Mc 10,17-31; Mt 19,16-30; Lc 18,18-36. Una pagina vissuta dunque, o almeno mai dimenticata, rimasta sempre come spina nella carne e quindi anche continuamente letta e meditata, commentata, discussa in estenuanti controversie. I primi cappuccini rileggono anch’essi questi testi per fondarvi il loro radicalismo evangelico: pian piano incominciano a guardare l’Antico e il Nuovo Testamento come un tutto, e ne fanno oggetto di studio. Nascono così i primi “biblisti” cappuccini che imparano a leggere la Scrittura ispirandosi a Bonaventura.